Massimo Pisani

Massimo Pisani

mercoledì 31 maggio 2017

Incantesimo - L'Incantatore di Max Pisani


Dentro di noi è presente un "Fanciullino" o "Io Bambino". E' l'inconscio o Istanza Emotiva.
Reagisce agli stimoli emotivi, attraverso simboli, suoni, ricordi, gesti ecc...
Lo studio dell'Ipnosi e del Linguaggio non verbale, mi ha portato a sperimentare che se l'individuo desidera migliorare se stesso, deve necessariamente mentire a se stesso in maniera costruttiva e non distruttiva.
Già la Mente mente. Tanto vale mentire per "stare bene".
L'Idea dell'INCANTESIMO mi è occorsa leggendo il Fedone di Platone, che leggerai sotto.
E' opportuno trovare un Incantatore in grado di aiutarti a gestire la paura...e tanto altro.
Perciò ho deciso di investire il mio tempo organizzando dei seminari e corsi full-immersion, in grado di dimostrare e insegnare ciò che ho sperimentato, con successo, in 10 anni di attività sul campo.
Dopo 2 libri pubblicati e migliaia di persone che ho aiutato a stare bene, ho messo a punto una tecnica in grado di "ammaliare" se stessi e gli altri, al fine di migliorare se stessi e gli altri.
Incantesimo (definizione)
L'incantesimo è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, comprendente l'alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone[1].
Quasi ogni tradizione magica e persino religiosa organizzata, ha le sue idee precise rispetto a questo aspetto pratico del lato mistico della vita. Alcuni addirittura aborrono anche solo l'uso di questo termine, ma spesso compiono comunque dei gesti o dei rituali con il preciso scopo di apportare energia a un loro desiderio affinché quest'ultimo si avveri.
L'incantesimo può essere veicolato da parole o da strumenti dedicati a tale scopo, come sigilliamuletitalismanipentacoli, erbe e piante, olii, incensirituali, ecc. con a volte il supporto di invocazioni di divinità o entità varie, oppure di evocazioni.
Dal punto di vista strettamente etimologico l'incantesimo dovrebbe richiedere l'uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, ecc. infatti deriva dal latino incantare con il significato di "cantare formule magiche".
Dal Fedone di Platone

Dialogo ambientato nel periodo dopo la condanna e prima della sua morte , Socrate parla con due Pitagorici ( Fedone e Echecrate ) a riguardo della preesistenza dell'anima:egli, Socrate, li porta a capire la questione servendosi di esempi.

CEBETE: «E tu assicuraci, Socrate come se noi, effettivamente, avessimo paura o meglio,
come se non fossimo noi ad essere spaventati ma quel fanciullo che è in noi. Dunque, fa in modo che questo fanciullo non abbia paura della morte come del bau-bau.»
SOCRATE:«Bisognerebbe fargli ogni giorno gli incantesimi per liberarlo da questi timori
CEBETE:«E dove andremo a trovarlo un incantatore capace, per queste paure, visto che tu ci stai per lasciare?»
SOCRATE:«Oh, Cebete, la Grecia è grande e non manca di uomini in gamba; e poi, vi sono i paesi esteri, verso i quali voi dovete rivolgere le vostre ricerche. E non risparmiate né spese né fatiche per un tale incantatore, perché voi non potreste spendere meglio il vostro denaro. Ma soprattutto datevi da fare voi stessi, gli uni con gli altri, perché è difficile che troviate persone capaci di assolvere questo compito, più che voi stessi

Il fanciullino di Pascoli

Il poeta Pascoli dice che esiste dentro di noi un fanciullino che nell'infanzia si confonde con noi, ma, anche con il sopraggiungere della maturità, non cresce e continua a far sentire la sua voce ingenua e primigenia, suggerendoci quelle emozioni e sensazioni che solo un fanciullo può avere.
Spesso, però, questa parte che non è cresciuta non viene più ascoltata dall'adulto. Il poeta invece è colui che è capace di ascoltare e dare voce al fanciullino che è in lui e di provare di fronte alla natura le stesse sensazioni di stupore e di meraviglia proprie del bambino o dello stato primigenio dell'umanità.
Il fanciullino prova sensazioni che sfuggono alla ragione, ci spinge alle lacrime o al riso in momenti tragici o felici, ci salva con la sua ingenuità, è sogno, visione, astrazione. È come Adamo che dà per la prima volta il nome alle cose e scopre tra esse relazioni e somiglianze ingegnose, che nulla hanno a che vedere con la logica della razionalità. Il nuovo si scopre, non si inventa, la poesia è nelle cose, anche nelle più piccole.
La poesia ha un compito civile e sociale: il poeta in quanto tale esprime il fanciullino ed ispira i buoni e civili costumi e l'amor patrio, senza fare comizi, senza dedicarsi alla politica nel senso classico, ma solo grazie al suo sguardo puro ed incantato.

Perciò, se ti interessa saperne di più, SCRIVIMI.
Massimo Pisani